Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto
La costruzione della chiesa dedicata ai Santi Martiri Solutore, Avventore e Ottavio, ha avuto inizio nel 1577. Le reliquie dei più antichi protettori della città affidate alla Compagnia di Gesù, che avrebbe dovuto costruire una chiesa per ospitarle, vi furono trasferite nel 1584. Nel 1622 la chiesa risulta definita con l’impianto corrispondente all’attuale navata, ma si giunge al primo decennio del 1700, con i lavori di costruzione del presbiterio e della cupola, per il completamento strutturale dell’edificio.
La pianta dell’edificio è a navata unica, con quattro cappelle laterali: San Paolo, San Francesco Saverio, l’Immacolata e Sant’Ignazio di Loyola. Oltre il presbiterio e l’altare maggiore di Filippo Juvarra, si accede all’ampia sacrestia riedificata nel primo ventennio del ‘700. Nel corso degli anni che vanno dal 1724 al 1766 vengono eseguite opere di arricchimento dell’apparato decorativo interno con dorature, elementi marmorei, balaustra del presbiterio e gelosie dei coretti in bronzo, opere di Filippo Juvarra nella chiesa e nella sacrestia. Il restauro della facciata del 1768, ad opera di Bernardo Antonio Vittone, delinea l’aspetto finale del fronte della chiesa successivo al Regio editto di rettilineamento ed abbellimento della contrada di Dora Grossa, ora via Garibaldi, emanato nel 1736.
Con la soppressione dei Gesuiti nel 1773 la chiesa subisce un lungo periodo di declino e, dopo la restituzione della chiesa nel 1832, vengono eseguiti interventi rilevanti soprattutto sull’apparto decorativo interno. Determinante, tra il 1842 ed il 1844, la rimozione, quasi completa, delle pitture sulla volta della navata eseguite da Andrea Pozzo, ed il rifacimento delle stesse da parte di Luigi Vacca. L’intervento sulla volta ha indotto una revisione completa di cromie sugli intonaci, degli stucchi e delle dorature nella navata, nel presbiterio e nelle cappelle. I Gesuiti vengono espulsi dal regno tra metà e fine ‘800 e la rettoria della chiesa è nuovamente affidata loro dal 1916.
Ad agosto 2013, a seguito della rinuncia della concessione da parte della Casa dei Santi Martiri della Compagnia di Gesù, l’Arcivescovo affida alla Comunità di Sant’Egidio la chiesa dei Santi Martiri ed i locali pertinenti. L’Agenzia del Demanio ne formalizza la concessione a luglio 2017.
Informazioni sullo stato della conservazione
Le opere eseguite sull’immobile negli anni successivi agli interventi di metà ‘800 possono essere considerate di sola manutenzione, fino al 1992 quando, con il sostegno della Fondazione San Paolo per la Cultura, la Scienza e l'Arte, è stata avviata una sequenza di interventi volti al restauro e risanamento conservativo dell’intero edificio, iniziata con la copertura della navata, il rinforzo strutturale, il restauro interno e la copertura della cupola. Nel 1996 sono proseguiti gli interventi esterni con il restauro ed il risanamento conservativo della facciata principale su via Garibaldi, eseguiti con iniziale contributo ministeriale per la messa in sicurezza della stessa dopo la caduta di frammenti di intonaco dal timpano superiore, completati con i finanziamenti della Regione Piemonte e del Comune di Torino. Tra fine 1998 ed il 2001, a seguito del progetto generale redatto nel 1997 sulla scorta di un cantiere di indagini preliminari, è stato realizzato il restauro ed il risanamento conservativo dell’intero apparato decorativo interno per la chiesa e la sacrestia interamente sostenuto dalla Compagnia di San Paolo.
Informazioni sulla fruizione e orari di apertura
La Chiesa dei Santi Martiri è accessibile al pubblico tutti i giorni tra le 11,00 e le 13,00 e tra le 16,00 e le 19,00. La Comunità di Sant’Egidio provvede alla vita liturgica (celebrazione della Messa e delle funzioni religiose) e promuove numerose attività caritative.