Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto
La costruzione di Palazzo Doria Pamphili, sugli antichi ambienti dell’Abbazia, si deve a Olimpia Maidalchini Pamphilj che, intorno alla metà del XVII secolo, affidò all’architetto Marcantonio De Rossi la trasformazione radicale del tessuto urbano di San Martino al Cimino.
Il centro urbano fu strutturato con case addossate le une alle altre e schierate in funzione della grande Abbazia e del Palazzo, usato originariamente dai monaci come ospedale e trasformato, in quest’occasione, in un sontuoso palazzo signorile utilizzando i materiali provenienti dall’altro palazzo di famiglia, quello di piazza Navona a Roma.
Il Palazzo Doria Pamphilj si compone rispettivamente di un locale medievale sottostante il piano stradale, noto come “Cantinone” (l’antico Hospitale dell’abbazia), di un piano rialzato (con la vasta sala Aldobrandini), di un mezzanino e di un piano nobile (con la splendida Sala Olimpia e le altre stanze impreziosite da soffitti lignei e fregi decorati).
Dal livello superiore, si può godere di uno spettacolare panorama: dalle ampie finestre lo sguardo spazia dai tetti a schiera alla piana viterbese con il limitare del mare.
Informazioni sullo stato della conservazione
Il Palazzo è internamente in buono stato, avendo ospitato per anni gli uffici dell'APT Viterbo e altre funzioni culturali e formative.
Informazioni sulla fruizione e orari di apertura
Il Palazzo è attualmente chiuso, ad eccezione di aperture straordinarie in occasione di eventi ed iniziative.