Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto
Sebbene il palazzo Grasselli debba il suo nome odierno agli ultimi proprietari, la configurazione attuale spetta alla stirpe dei Magio, la cui presenza a Cremona è attestata fin dal XIII secolo.
Da allora la domus magna dei Magio fu ampliata inglobando abitazioni confinanti per ospitare i vari rami familiari: finiture architettoniche risalenti anche al XV secolo sono tuttora conservate, tra cui alcuni solai a doppia orditura con mensole scolpite.
Una più estesa riforma fu però avviata solo dopo il 1658, su impulso del marchese Camillo, coadiuvato dall’architetto Francesco Pescaroli: nella moderna residenza aristocratica furono realizzati l’ampio scalone, gli appartamenti ed i saloni decorati da Giuseppe Natali, mentre l’estensione della fronte su strada e la costruzione della manica interna furono interrotti.
I lavori ripresero dagli anni Sessanta del XVIII secolo con Camillo II: nell’ala interna e nell’anticamera le quadrature dipinte da Giovanni Manfredini simulano sulle pareti un ordine di lesene doriche che ingloba porte e finestre e si apre in grandi arcate verso ambienti solo virtuali, mentre sulla volta in laterizio un altro spazio si dilata in trompe l’oeil: oltre una prima balaustra un secondo ordine di logge fra colonne binate si conclude in una doppia cupola ottagona. Nel 1785 fu completato anche l’ampio salone verso l’odierno corso XX Settembre, nel quale era esposta la collezione di ritratti di famiglia: qui il Manfredini ridisegnò l’intero corpus decorativo, con un più complesso programma iconografico. Dominate da una sorta di horror vacui, pareti e volta si articolano in campiture minute, in tocchi di colore che evocano materiali preziosi.
Nel 1847 la famiglia Magio si estingueva in Fulvia ed il palazzo, incluse le case confinanti e parte degli arredi, passava in proprietà ai Saini e poi ai Grasselli che lo abitarono fino al 2006. Nell’ultimo secolo i Grasselli hanno sempre tanto consapevolmente curato la propria dimora che oggi la sua peculiarità è la conservazione delle finiture e degli elementi costruttivi delle diverse fasi fino al più minuto dettaglio, che ne fa una testimonianza ormai rarissima di abitudini di vita e di modi di costruire.
(le immagini dei saloni e dello scalone sono di Giuliano Regis)
Informazioni sullo stato della conservazione
Il palazzo è oggi in gran parte inutilizzato nei suoi ambienti monumentali e negli spazi di pertinenza. L’Amministrazione ha recentemente avviato i contatti con fondazioni che promuovono la tutela dei beni culturali per finanziare il recupero del palazzo, ma un eventuale contributo sarebbe sufficiente solo per un primo lotto di intervento.
Peraltro tra il 2007 ed il 2010, il complesso è stato già oggetto di studi approfonditi sul piano storico e diagnostico, confluiti nel libro «Patrizi, notabili, costruzione della città. Fabbrica e tutela di palazzo Magio Grasselli in Cremona»: gli studi e il contestuale intervento di rifacimento delle coperture (con il contributo di Fondazione Cariplo) hanno permesso di mantenere un complessivo buono stato di conservazione dell’edificio e, insieme all’assenza di dissesti statici, oggi rendono meno oneroso e più facilmente attuabile il progetto di riuso degli ambienti interni. Il deficit si concentra negli impianti tecnologici, laddove questi mancano del tutto oppure sono totalmente inadeguati rispetto alle esigenze attuali e soprattutto alla normativa vigente e nel degrado di circoscritte porzioni delle superfici dipinte e dei serramenti storici. La delicatezza degli interventi e i finanziamenti a disposizione impongono una concreta riflessione sul carattere complessivo del progetto di riuso che dovrà rispettare anche il carattere di dimora consapevolmente conservata dai Grasselli sin dal Secondo Dopoguerra: pertanto il progetto accetta il naturale invecchiamento dei materiali e degli elementi costruttivi, colma con misura le essenziali esigenze impiantistiche, elimina i rischi sul fronte della conservazione delle finiture e punta ad un’accurata manutenzione ordinaria.
Con i ricavi dell’erogazione „ArtBonus” l’Amministrazione si prefigge l’esecuzione delle opere di restauro sulle decorazioni e sugli elementi costruttivi degli appartamenti al piano nobile: questi ambienti (in particolare i saloni del Manfredini) saranno aperti al pubblico per visite e convegni.
Informazioni sulla fruizione e orari di apertura
Il progetto di riuso del palazzo prevede una sequenza coordinata di iniziative formative e scientifiche, a molteplici livelli: consolida lo sviluppo di iniziative sorte autonomamente nel settore in cui Cremona è centro di eccellenza, la musica e gli strumenti musicali, offrendo una cornice di particolare suggestione alla didattica di alto livello, alle lezioni di perfezionamento nella pratica musicale, alle masterclass, ai seminari di studio, alle esecuzioni di musica antica, alle lezioni - concerto; avvia, in coerenza con questo esempio e in collaborazione con gli ordini professionali e le scuole professionali, offerte di formazione e aggiornamento su temi inediti e con grande potenziale di sviluppo concernenti la costruzione, la conservazione e il recupero del patrimonio edilizio e del patrimonio culturale nel suo complesso. In parallelo alle attività formative, l’iniziativa stimola la partecipazione dei cittadini alla conoscenza e alla gestione della città, come momento identitario e di coesione sociale.
Obiettivo degli interventi è inoltre, grazie all’apertura al pubblico di Palazzo Magio Grasselli, la costruzione di un nuovo itinerario di visita nella città, e l'avvio, in forma sperimentale, della scrittura di una guida - inventario di standard europeo, che fornisce, a supporto di professionisti, operatori specializzati, studiosi, informazioni approfondite dal punto di vista storico, architettonico e urbanistico sui patrimonio architettonico.