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Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto

I dipinti San Michele Arcangelo con le Anime Purganti (olio su tela, cm 200 x 155), il ritratto del duca Vittorio Amedeo I (olio su tela, cm 82 x 60) e l’Annunciazione (olio su tela, cm 178 x 135), notificati con decreto della Commissione Regionale per il Patrimonio Culturale per il Piemonte n 250 del 2015 e successivamente acquisiti in prelazione dallo Stato, appartengono alle collezioni del Castello di Bruzolo, dal 2015 di proprietà demaniale. Si tratta del luogo storicamente più importante della media Valle di Susa, dal XIII secolo feudo di importanti famiglie che si succedono fino al 1544, anno in cui lo acquisiscono i Grosso di Carignano, conti di Riva e signori di Chianocco, che lo tengono fino alla fine del Settecento. In questa prestigiosa sede, visto il rapporto privilegiato dei feudatari Grosso  con i Savoia, anche come canale diplomatico tra la corte francese e quella sabauda, venne siglato il Trattato del 1610 tra gli emissari di Enrico IV e Carlo Emanuele I. Fu Francesco Giuseppe Grosso a commissionare agli inizi del sec. XVIII il dipinto raffigurante San Michele per la nuova cappella su strada prospiciente il castello che fece costruire intitolandola all’arcangelo: per la pala d’altare si rivolse a Stefano Maria Legnani detto il Legnanino, aggiornato artista milanese favorito della corte sabauda, in quegli anni impegnato per la residenza torinese dei principi di Carignano. Il secondo dipinto, ascrivibile al terzo decennio del Seicento con cornice coeva, raffigura il figlio di Carlo Emanuele I, il duca Vittorio Amedeo I che fu sovrano dello Stato sabaudo dal 1630 al 1637. Dato l’avvicinamento del padre alla Francia, il duca fu fatto sposare alla sorella di Luigi XIII, Maria Cristina di Borbone-Francia, la futura prima "Madama Reale". Vittorio Amedeo è ritratto a mezzo busto, di tre quarti, con l'acconciatura all'inglese e con il collo di merletto, in linea con gli aggiornamenti della moda che indicavano esternamente la rinnovata immagine della corte sabauda. Grande rilievo è dato al collare dell'ordine supremo della Santissima Annunziata, massima onorificenza di casa Savoia, e all’armatura. L’effigie è inserita con altre immagini dei Savoia nella cosiddetta “Sala del Trattato” del Castello, a indicare gli stretti legami che la famiglia abitante deteneva con la corte. Anche la presenza in Castello della pala raffigurante l’Annunciazione dovrebbe collegarsi alla famiglia Grosso: il dipinto è stato recentemente attribuito da Marchesin al pittore Guglielmo Caccia detto il Moncalvo, tra i maggiori pittori ducali del tempo che fra 1605 e 1615 eseguì a Susa alcune tele, comprovando il precoce successo di questo artista, capace di realizzare immagini devote di estrema persuasione, nella Valle. Esposta in una sala del primo piano, doveva avere costituito la pala d'altare dell' antico edificio ecclesiastico di pertinenza del castello non più esistente

Informazioni sullo stato della conservazione

I dipinti raffiguranti il San Michele e il duca Vittorio Amedeo I sono in cattivo stato di conservazione: la tela del primo è rilasciata e presenta diffuse lacerazioni; la sua pellicola pittorica è molto inaridita e sbiancata, anche a seguito delle percolazioni di acqua meteorica provenienti dalle sconnessioni del tetto della cappella, di cui costituiva la pala d'altare; il secondo dipinto presenta uno strato di verice molto ossidato, sollevamenti e cadute di pellicola pittorica di maggiore e minore dimensione ed evidenti ripassature che ne inficiano la piena leggibilità anche in termini stilistici e attributivi. Il terzo dipinto, l'Annunciazione moncalvesca, è in uno stato di conservazione migliore, ma anch'essa necessita di un intervento di pulitura e revisione. Anche le cornici che corredano i dipinti del duca e dell'Annunciazione, entrambe coeve alle opere e di buona fattura, necessitano di un restauro a seguito di disconnessioni evidenti, diffuse tarlature e cadute di parti di doratura.

Informazioni sulla fruizione e orari di apertura

Da quando i dipinti sono stati acquisiti dallo Stato è stato necessario spostarli in altra sede, visti i lunghi lavori di restauro previsti in Castello, attendendo il termine dei lavori per poterli restituire al luogo di appartenenza. Nel frattempo si è scelto di conservarli nel Museo diocesano di Susa, dove possono essere visibili al pubblico benché ancora in non buone condizioni di conservazione. Il Museo è aperto al pubblico con continuità, secondo gli orari invernali ed estivi pubblicati sul sito dell'Ente

DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI CON RACCOLTA APERTA


RACCOLTA FONDI

Raccolta aperta

Raccolta aperta

FASE ATTUATIVA

Raccolta fondi

IMPORTO 12.000,00 €

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DESCRIZIONE INTERVENTO

Il progetto di restauro dei dipinti in questione si inserisce nel più ampio, articolato e complesso progetto di consolidamento, restauro e restituzione alla pubblca fruizione del Castello di Bruzolo, che dopo una vita residenziale senza soluzione di continuità almeno dal sec. XVI al 2012, con l'acuisto in prelazione da parte dello Stato su indicazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio vuole diventare un luogo ricettivo e di interpretazione del territorio della Valle di Susa. I tre dipinti scelti per questo progetto rappresentano le pale d'altare delle due chiese del castello e l'effigie del duca sabaudo a certificare l'importanza del luogo nello scenario diplomatico della corte: sono quindi importanti in sé perché di qualità e rilevanza storica, ma anche perché tra tutti gli arredi del castello presentano lo stato conservativo più alterato e bisognoso di un restauro urgente. Non secondario è il fato che il loro restauro può valorizzare indirettamente il Castello, creando un'occazione di approfondimento di alcune tematiche storiche inerenti l'edificio che, sottoposto a un lungo e laborioso restauro, è ormai da alcuni anni interdetto al pubblico