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Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto

Il complesso monumentale di ASP - Centro Servizi alla persona di Ferrara sorge su di un'area che storicamente si lega a due edifici, l'Osteria dell'angelo, poi "Postaccia” destinata all’accoglienza di ospiti e pellegrini, ed i pubblici granai, realizzati a partire dalla fine del ‘400 per ordine del duca Ercole I d’Este. L’intera zona divenne nel tempo sede di insediamenti artigianali, tra cui anche i forni pubblici e una conceria per le pelli, ancora attiva per il primo trentennio del XIX secolo, quando il complesso fu interamente destinato all'assistenza.

Il complesso ruota attualmente attorno due cortili interni:

nel primo, spazio antistante all’antico granaio estense, aperto alla città e fruito dai 180 ospiti della casa residenza e da qualunque cittadino desideri entrarvi, è ancora conservato un puteale in pietra naturale scolpita. Su due facce opposte dell’opera compaiono al centro in bassorilievo il monogramma cartusiano, mentre sui rimanenti lati sono raffigurati a rilievo due divise di Borso d'Este, il primo Duca di Ferrara. Il puteale è l'unico marmo, tra quelli noti, appartenenente alla antica Certosa di Ferrara che non si trovi a Casa Romei. La provenienza è testimoniata in modo inconfutabile dall'elegante monogramma che vi è scolpito. La veduta della Certosa di Ferrara incisa nel 1685 da Francesco Bolzoni mostra l'esistenza di più pozzi nel monastero, ma solo uno di questi, volendo dar credito alla perizia del disegnatore, corrisponde alla tipologia di quello oggi in ASP, e si trovava nella corte a prato su cui si affiacciavano fienile, granaio, stalla e legnaia dei monaci ivi residenti.

nel secondo cortile, in quelli che verosimilmente erano antichi magazzini, è ora situato l'archivio storico, consistente in quasi 7000 pezzi tra buste e registri per uno sviluppo di ca. 210 m lineari; si tratta di materiale piuttosto composito datato tra il XV e il XX secolo, costituito da fondi archivistici delle istituzioni e delle opere pie che si sono occupate di assistenza a Ferrara nel corso dei secoli; titoli di possesso delle proprietà fondiarie, testamenti e lasciti, legati sulle celebrazioni delle messe e benefici, cause, matrimoni, contratti, mappe dei possedimenti; documenti e atti dell'amministrazione, affari generali, statuti e regolamenti.

Informazioni sullo stato della conservazione

Il puteale necessita di urgenti interventi di restauro, in particolare nelle superfici esterne, site in ambiente urbano e inevitabilmente destinate all'annerimento.

L’uso del ferro nei perni e nelle barre ha provocato gravi danni di tipo fisico, aumentando il metalllo di volume in seguito a corrosione e favorendo quindi la fessurazione degli elementi lapidei su cui è applicato. Nei casi più gravi si è verificato il distacco e la caduta di frammenti.

Per gli spazi dell'archivio si rende necessario un riadattamento funzionale e un ampliamento utile a ricavare una sala di lettura; inoltre, il materiale conservato necessita di interventi conservativi volti, in generale, a sanare problemi di alterazione e  deterioramento, oltre che a intervenire sul distaccamento delle carte singole dai supporti di cucitura e sugli attacchi patogeni.

Informazioni sulla fruizione e orari di apertura

Il cortile in cui è sirtuato il puteale è aperto tutti i giorni dalle 9:00 alle 17:00

Il materiale dell'archivio è attualmente consultabile su richiesta

DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI CON RACCOLTA APERTA


RACCOLTA FONDI

Raccolta aperta

Raccolta aperta

FASE ATTUATIVA

Raccolta fondi

IMPORTO 40.000,00 €

DESCRIZIONE INTERVENTO

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RACCOLTA FONDI

Raccolta aperta

Raccolta aperta

FASE ATTUATIVA

Raccolta fondi

IMPORTO 8.500,00 €

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DESCRIZIONE INTERVENTO

All'interno del cortile si trova un puteale in pietra naturale scolpita. Su due facce opposte dell’opera compaiono scolpiti al centro in bassorilievo il monogramma cartusiano, mentre sui rimanenti lati sono raffigurati a rilievo due divise di Borso d'Este, il primo Duca di Ferrara. 

Il puteale è l'unico marmo, tra quelli noti, appartenenente alla antica Certosa di Ferrara che non si trovi a Casa Romei. La provenienza è testimoniata in modo inconfutabile dall'elegante monogramma che vi è scolpito. 

La veduta della Certosa di Ferrara incisa nel 1685 da Francesco Bolzoni mostra l'esistenza di più pozzi nel monastero, ma solo uno di questi, volendo dar credito alla perizia del disegnatore, corrisponde alla tipologia di quello oggi in ASP, e si trovava nella corte a prato su cui si affiacciavano fienile, granaio, stalla e legnaia dei monaci.

 

INFORMAZIONI SULLO STATO DELLA CONSERVAZIONE

 

Le superfici esterne site in ambiente urbano sono inevitabilmente destinate a ricoprirsi di depositi costituiti da materiali che assumono colori dal grigio al nero. Nel nostro caso questi annerimenti sono presenti su buona parte delle superfici e sono probabilmente dovuti a depositi di sostanze carboniose derivanti appunto dall’atmosfera urbana inquinata ed alla presenza di biodeteriogeni. 

L’uso del ferro in elementi quali perni, zanche, barre, ha provocato gravi danni di tipo fisico in quanto questo tipo di metallo si corrode facilmente aumentando di volume, portando quindi alla fessurazione degli elementi lapidei su cui sono applicati e provocando nei casi più gravi il distacco e la caduta di frammenti.

Nel caso specifico si riscontra l’inserimento interno di due grappe metalliche in ferro poste su lati opposti del manufatto, le quali hanno provocato importanti fratture passanti che attraversano, in entrambi i casi, l’intera faccia scolpita dell’opera.