Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto
Un’iscrizione, originariamente posta sull’arco della porta d’ingresso e oggi conservata presso l’Antiquarium Arborense, consente di datare con precisione la torre, eretta nell’ingresso nord della città nel 1290, e attribuirla all’opera di Mariano II.
L’accesso era dotato presumibilmente di ponte levatoio, difeso da un piombatoio e da un doppio sistema di chiusura che prevedeva una saracinesca, azionata da argani sistemati al secondo piano, ed una seconda porta a battenti. La torre, innalzata su un filare di blocchi in basalto, è costruita per il resto interamente in conci squadrati d’arenaria che fino ad una altezza di m. 5,20 presentano una lavorazione a bugnato, utilizzata anche nei conci che inquadrano il fornice a tutto sesto dell’ingresso.
L’impianto architettonico si compone di due volumi sovrapposti; il corpo principale a base quadrata, alto 19 metri, è sovrastato da merli guelfi. Chiuso solamente su tre lati, tale corpo era ripartito in tre piani tramite tavolati lignei poggianti su travi. Al primo piano si aprivano due porte che mettevano in collegamento con il camminamento di ronda della muraglia e due feritoie. Altre tre feritoie, di cui una sul prospetto principale, si aprono al secondo piano. Il terzo piano costituisce infine la base per una torretta alta quasi dieci metri, con una rastremazione scandita da due lesene e sovrastata da tre merli guelfi per lato. Nella torretta trova posto una campana, posta sotto il marchesato di Antonio Cubello, eseguita nel 1430 da Bernardo Guardia, raro esempio in Sardegna di campana ad uso civico, che riporta ripetuta per 24 volte la salutazione angelica Ave Maria intervallata da piccoli tralci di rosa.
È del 1500 il primo documento che cita la torre denominandola Torre de Port’e Ponti, mentre nelle delibere comunali dei secoli XIX-XX è menzionata come Torre di San Cristoforo, da un retablo cinquecentesco del santo che un tempo era custodito al suo interno.
Informazioni sullo stato della conservazione
La Torre di San Cristoforo necessita di interventi urgenti per la sua conservazione che sono stati individuati durante diversi sopralluoghi tenutisi in loco con la competente Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici della Sardegna, con il Servizio Genio Civile della Sardegna e con il Comando provinciale dei Vigili del Fuoco che ha emesso apposito parere dello stato di urgenza dell’intervento.
Situazione degli impalcati: I solai in legno sono in uno stato di degrado come si evince anche da un esame visivo, che peggiora man mano che si sale di piano.
Scale e parapetti: Il legname delle scale è fortemente compromesso dalle infiltrazioni d’acqua e dagli insetti xilofagi. Allo stato attuale è necessario intervenire urgentemente per la rimozione completa degli impalcati e del legname in genere presente nella torre, compresi i parapetti e le scale anch’essi colpiti dagli insetti xilofagi. Attacchi localizzati degli insetti (nel caso delle scale e dei parapetti i condotti visibili in superficie paiono imputabili al capricorno) sono stati riscontrati in vari punti
Pericoli per la salute dovuta alla presenze dei piccioni: Oltre agli effetti dannosi delle infiltrazioni d’acqua ed agli attacchi degli insetti è notevole il danno causato dalla presenza massiccia dei piccioni, che trovano riparo e si riproducono negli spazi fra i travetti, nei gradini delle scale ed in ogni appoggio utile, ricoprendo in breve tempo le superfici orizzontali di un tappeto di guano che con la sua acidità contribuisce all’invecchiamento del legno.
Informazioni sulla fruizione e orari di apertura
La Torre di San Cristoforo è visitabile solo esternamente.
Gli ambienti interni sono attualmente chiusi a causa della necessità dei lavori per la messa in sicurezza degli impalcati e delle scale.