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Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto

L'oratorio si presenta, chiuso tra la galleria di accesso al convento e la chiesa di San Filippo Neri, come un'aula a navata unica con pianta rettangolare, coperto da volta a botte costolonata, e presbiterio absidato con cupola e cupolino a pianta ottagonale. La prima edificazione dell'oratorio risale al 1695, come conseguenza dell'ampliarsi del convento e del suo collegarsi alla chiesa. Le opere vengono proseguite tra il 1763 e 1772, su progetto dell'arch. Galletti. Nell'anno successivo la Congregazione dei Filippini decise di far realizzare l'altare in marmo dell'Oratorio, ma la configurazione attuale risale solo a fine ottocento, quando il prof. Massoglia ne demolì il presbiterio e lo ampliò, rifacendo interamente la volta, che lo stesso decorò con affreschi, e l'orchestra. Appartengono a questa fase di rifacimenti "neo-barocchi" gli stucchi dei fratelli Borgogno e del Gianoli. Dopo la chiusura del seminario, anche l'oratorio, come il convento, andò lentamente depauperandosi. Nel 1801, durante la dominazione francese, chiesa e convento passarono al Comune. Dopo la restaurazione, i padri Oratoriani tornarono in possesso degli edifici, ma nel 1819 chiusero il convento per mancanza di religiosi. Dal 1828 al 1949 divenne del Seminario Maggiore di Torino; fu più volte in parte requisito per utilizzarlo a caserma e poi come carcere nel periodo della Grande Guerra. In seguito il convento fu acquistato dai padri Salvatoriani e successivamente ceduto al Comune. Il Seminario di Chieri è particolarmente caro ai fedeli perchè in esso si formarono San Giovanni Bosco e San Giuseppe Cafasso.

Informazioni sullo stato della conservazione

Dopo la chiusura del seminario, l'oratorio ha subito un forte degrado degli intonaci dipinti e delle decorazioni a stucco causato da ingenti dilavamenti e infiltrazioni di acque meteoriche provenienti dalla copertura superiore. Tale causa di degrado è stata eliminata con il ripristino del manto in coppi.

La struttura della volta è in buono stato di conservazione, cioè non presenta fratture nè cedimenti significativi, mentre la superficie pittorica è interessata da un processo di erosione e impoverimento in corso, in alcune aree più superficiale in altre più profondo.

Lo stato di conservazione dell'altare è pessimo.

Lo stato di conservazione delle finestre presenti nell'oratorio è mediocre: appaiono evidenti rotture nelle specchiature centrali di due finestre.

Lo stato di conservazione della pavimentazione nella zona presbiteriale risulta complessivamente in buone condizioni, mentre più critico appare lo stato conservativo della pavimentazione dell'aula in cui si notano lastre fratturate, rappezzi cementizi e mancanze.

Informazioni sulla fruizione e orari di apertura

La cappella viene aperta in occasione di esposizioni di opere del territorio organizzate dal concessionario o dal Comune

DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI CON RACCOLTA APERTA


RACCOLTA FONDI

Raccolta aperta

Raccolta aperta

FASE ATTUATIVA

Raccolta fondi

IMPORTO 400.000,00 €

DESCRIZIONE INTERVENTO

L'oratorio si presenta, chiuso tra la galleria di accesso al convento e la chiesa di San Filippo Neri, come un'aula a navata unica con pianta rettangolare, coperto da volta a botte costolonata, e presbiterio absidato con cupola e cupolino a pianta ottagonale. La prima edificazione dell'oratorio risale al 1695, come conseguenza dell'ampliarsi del convento e del suo collegarsi alla chiesa. Le opere vengono proseguite tra il 1763 e 1772, su progetto dell'arch. Galletti. Nell'anno successivo la Congregazione dei Filippini decise di far realizzare l'altare in marmo dell'Oratorio, ma la configurazione attuale risale solo a fine ottocento, quando il prof. Massoglia ne demolì il presbiterio e lo ampliò, rifacendo interamente la volta, che lo stesso decorò con affreschi, e l'orchestra. Appartengono a questa fase di rifacimenti "neo-barocchi" gli stucchi dei fratelli Borgogno e del Gianoli. Dopo la chiusura del seminario, anche l'oratorio, come il convento, andò lentamente depauperandosi. Nel 1801, durante la dominazione francese, chiesa e convento passarono al Comune. Dopo la restaurazione, i padri Oratoriani tornarono in possesso degli edifici, ma nel 1819 chiusero il convento per mancanza di religiosi. Dal 1828 al 1949 divenne del Seminario Maggiore di Torino; fu più volte in parte requisito per utilizzarlo a caserma e poi come carcere nel periodo della Grande Guerra. In seguito il convento fu acquistato dai padri Salvatoriani e successivamente ceduto al Comune. Il Seminario di Chieri è particolarmente caro ai fedeli perchè in esso si formarono San Giovanni Bosco e San Giuseppe Cafasso.