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Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto

L'Accademia dei Concordi di Rovigo possiede quattro magnifici arazzi fiamminghi del XVII secolo, esposti in maniera permanente nella sala dell'Istituto intitolata a Pietro Oliva. La sala costituisce un vero e proprio centro culturale, in quanto annualmente si tengono una media di 200 manifestazioni. La provenienza di questo legato prestigioso p ancora sconosciuta, il primo riferimento a questi manufatti risale infatti al 1930 quando vengono citati nell'inventario manoscritto dei beni della Pinacoteca; è possibile che gli arazzi siano stati depositati in Accademia durante la Prima Guerra Mondiale.Le fonti storiche (Archivio dell'Accademia dei Concordi) attestano che, durante la dominazione austro-ungarica, questi arazzi venivano utilizzati come ornamenti durante le parate militari che si svolgevano in Piazza Grande (oggi Piazza Vittorio Emanuele II).

I quattro panni, di dimensioni leggermente dissimili, presentano un'analoga impostazione spaziale costituita da una cornice architettonica-illusionistica al cui centro si colloca una rappresentazione allegorica, precisamente: "Il Trionfo della Religione con i suoi primi fondatori", "Il Tempo scaccia le gioie della vita", "La Fortuna", "La Temperanza presentata all'uomo come guida contro i Vizi".

I soggetti furono certamente dettati da un erudito: si tratta infatti di vere e proprie "poesie" intessute, priene di erudite citazioni allegoriche. La raffinatezza del disegno preparatorio e la preziosità dell'ordito in liccio di lana e seta, rendono paragonabili questi arazzi a livello europeo solamente a quelli conservati nel convento madrileno delle Descalzas reales eseguiti nelle Fiandre nei primi decenni del Seicento su committenza di Isabella di Spagna.

In particolare, l'arazzo raffigurante "Il trionfo della Religione con i suoi primi fondatori" riprende lo stile del pittore fiammingo Peter Paulus Rubens, con il quale Antoon Sallaert aveva collaborato come cartonista. La rappresentazione allegorica del "Trionfo della Religione", il cui carro trascinato da quattro putti con gli attributi simbolici delle Virtù cardinali sconfigge i vizi, riprende l'iconografia dei trionfi, che costituisce per la cultura religiosa della controriforma l'esaltazione della chiesa cattolica.

Pubblicazioni: D. Banzato, C. Limentani Virdis (a cura di), Fiamminghi: arte fiamminga e olandese del Seicento nella Repubblica Veneta, catalogo della mostra (padova, Palazzo della Ragione, 15 giugno-1 ottobre 1990), Electa, Milano, 1990, pp. 206-217.

Informazioni sullo stato della conservazione

L'arazzo versa in un mediocre stato di conservazione, causato principalmente da un notevole deposito di polevere che ha spento i colori più vivaci e gli effetti dell'iridescenza creati dalle sete; sono presenti anche numerosi rammendi ottocenteschi; si notano anche piccole lacune, causate da attacchi di insetti.

Informazioni sulla fruizione e orari di apertura

L'Arazzo "Il Trionfo della Religione con i suoi primi fondatori" si trova esposto, insieme agli altri tre posseduti dall'Accademia dei Concordi di Rovigo, in maniera permanente nella sala dell'Istituto intitolata a Pietro Oliva.

La sala viene aperta in occasione di manifestazioni e incontri. Annualmente ospita una media di duecento manifestazioni l'anno.

DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI CON RACCOLTA CHIUSA


RACCOLTA FONDI

Raccolta chiusa

Raccolta chiusa

FASE ATTUATIVA

Fine Lavori

IMPORTO 38.221,37 €

 slide
DESCRIZIONE INTERVENTO

L'Arazzo "Il Trionfo della Religione con i suoi primi fondatori" si trova esposto, insieme agli altri tre posseduti dall'Accademia dei Concordi di Rovigo, in maniera permanente nella sala dell'Istituto intitolata a Pietro Oliva.

Le dimensioni sono di 400x420cm circa.

In questo arazzo è evidente un taglio sia lungo una colonna a sinistra della rappresentazione sia a destra, che attesta un suo ridimensionamento. La cimosa della parte inferiore è stata coperta o sostituita da una tela di colore blu scuro, di tonalità diversa dall'originale.  L'arazzo, prima dell'intervento, versava in un mediocre stato di conservazione, causato principalmente da un notevole deposito di polvere che ne aveva spento i colori più vivaci e gli effetti dell'iridescenza creati dalle sete; presenti anche numerosi rammendi ottocenteschi e piccole lacune, causate da attacchi di insetti.

L'intervento ha previsto il distacco dalla parete dell'arazzo, pulizia e lavaggio in ambiente controllato, fase di consolidamento a cura del Laboratorio Tela di Penelope di Prato, che già aveva seguito il restauro dei precedenti tre arazzi presenti in Sala Oliva.

 


NOTE Intervento archiviato