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Attività principali dell'istituzione

La formazione del Museo di Selva di Cadore risale al 1980 ed è dedicato a Vittorino Cazzetta (autore di rilevanti scoperte scientifiche e principale artefice della formazione del Museo, prematuramente scomparso nel 1997). Si tratta di un Museo Archeologico e Paleontolico i cui principali reperti sono costituiti da una sepoltura mesolitica completa di corredo funerario ritrovata a Mondeval de Sora e un enorme calco di dolomia del Pelmetto con impronte di dinosauro. Il Museo è stato recentemente ristrutturato con importanti interventi che hanno riguardato sia la sede ove è ospitato, sia l’allestimento. Il Museo Vittorino Cazzetta si sviluppa su due piani di un bel edificio di proprietà del Comune di Selva di Cadore ed è dotato di vari servizi. Il Museo è facilmente raggiungibile sia in auto che a piedi e si trova sulla strada principale della vallata nei pressi dell’abitato di Selva, inoltre è collegato attraverso i percorsi esterni al nucleo storico di Rova e quindi alla “Via del ferro” (“strada de la vena”) verso Andraz e San Martino in Badia. 

 

http://www.museoselvadicadore.it/

DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI CON RACCOLTA APERTA


RACCOLTA FONDI

Raccolta aperta

Raccolta aperta

FASE ATTUATIVA

Raccolta fondi

IMPORTO Non definito (Sostegno generico)

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DESCRIZIONE INTERVENTO

ALLESTIMENTO MOSTRE TEMPORANEE RELATIVE ALLE SPECIFICITA' DEL MUSEO 

DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI CON RACCOLTA CHIUSA


RACCOLTA FONDI

Raccolta chiusa

Raccolta chiusa

FASE ATTUATIVA

Lavori in corso

IMPORTO 130.300,00 €

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DESCRIZIONE INTERVENTO

Gli interventi in progetto sono relativi ad opere di completamento inerenti prevalentemente il piano secondo e il piano sottotetto dell'edificio, tuttavia a seguito  della recentissima scoperta di impronte di dinosauro risalenti al Giurassico, rinvenute lungo il crinale della cima del Monte Pelmo, si è ritenuto di dover intervenire anche     nella sala del primo piano ove attualmente è ospitata la sezione geologica e paleontologica già allestita in passato. La necessità di aggiornare quanto già definito al primo piano è dovuta dalla volontà di dare adeguata enfasi all'eccezionale scoperta scientifica sopracitata, inserendone i relativi materiali in un rinnovato e coerente  racconto museale.

I reperti esposti presso il secondo piano saranno nettamente distinguibili rispetto a  quanto presentato al piano primo che ospita una delle sepolture di maggiore rilievo per l'intera preistoria europea ed un ampio campione di testimonianze paleontologiche di ambito dolomitico; il complesso museale manterrà tuttavia la propria unicità grazie alla caratterizzazione comune rappresentata dai segni dell'uomo sul  territorio,  filo  conduttore che caratterizza e uniforma l'intero percorso.

Nella definizione delle opere di completamento si è quindi ritenuto di dover mettere in particolare luce questo comune elemento, rendendolo potenziale fonte di attrattività per i turisti che entrando in museo si avvicinano al territorio delle Dolomiti e, nel contempo, facendo sì che il Museo possa divenire luogo di riconoscimento del patrimonio locale    per chi, invece, questo territorio lo conosce e lo vive da sempre e può trovare nel percorso espositivo una conferma ulteriore per la propria identificazione. Secondo tale prospettiva, si è ipotizzato di contestualizzare i materiali esposti in un territorio caratterizzato da numerose risorse, a partire dall'economia prevalentemente di tipo pastorale dell'ambiente montuoso tra l'età del Rame e l'inizio dell'età del Bronzo, e proseguendo con la significativa “segnatura” dei  confini  di  questo  territorio;  “segnatura” che distingue in particolare  il  passaggio  tra  l'ultima  fase  protostorica  e l'età Romana, ovvero l'inizio della storia meglio nota anche grazie alla presenza di fonti scritte ed iscrizioni come quelle distribuite nel territorio dolomitico.

Come noto, sin dall'epoca protostoria il territorio dell'alto Agordino è stato sfruttato per la presenza di numerosi affioramenti minerari che hanno fortemente contribuito a  definire nel corso dei secoli le alterne vicende storiche. La ricostruzione per tappe del percorso protostorico e storico e delle strategie con cui l'uomo ha modificato il territorio nel tempo, in stretta connessione di tali risorse, sta alla base del percorso stesso del museo che si intende evidenziare attraverso emblematici elementi di sintesi e  installazioni interattive. Il passaggio alla fase cronologicamente più recente, introdotta prima dai reperti di epoca tardo antica-medievale ed, in seguito, dalle pergamene di  epoca medievale collocate nella quarta sala, permetterà di riprendere ed estendere in modo più ampio e storicamente documentato il filo conduttore dei “segni sul territorio” sopracitato.