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Descrizione di carattere storico artistico relativa all’oggetto

La Città di Chieri possiede una serie di busti in gesso, oggetto di un’azione vandalica verificatasi nel 2014, raffiguranti Camillo Benso, conte di Cavour, Giovanni Giolitti, Vittorio Emanuele III e  altri membri di Casa Savoia, ai quali si affianca un busto marmoreo effigiante  Guglielmo Marconi. Le opere sono state donate al Comune di Chieri verosimilmente nel terzo quarto del XX secolo e la memoria locale collega la donazione alla figura dello scultore Adriano Alloatti (Torino 1909 - 1975), un artista formatosi presso l'Accademia Albertina e che ebbe lo studio a Torino. I busti in gesso sono quindi bozzetti preparatori per la creazione di opere in marmo, forse in parte ereditati da Adriano dal padre Giovanni Battista Alloatti, egli pure scultore. Sappiamo che, presso la bottega paterna, Adriano ebbe modo di conoscere il principe Umberto di Savoia, il quale gli commissionò un ritratto.

Adriano Alloatti ebbe anche modo di entrare in contatto con Guglielmo Marconi, per il quale scolpì un busto in marmo che non è tuttavia quello conservato a Chieri.  Quest’ultimo è stato infatti realizzato da Carlo Fait (Rovereto, 8 gennaio 1877 - 11 marzo 1968), uno scultore attivo soprattutto a Torino e per lungo tempo apprendista e collaboratore di Pietro Canonica.  Il Fait nel 1930 inaugurò a Chieri il monumento al conte Cesare Rossi di Montelera, alla presenza del principe Umberto di Savoia: è quindi del tutto plausibile che una sua opera abbia trovato posto presso l'atelier di Alloatti e sia quindi pervenuta alla Città di Chieri unitamente ai bozzetti in gesso.

Informazioni sullo stato della conservazione

Il busto di Camillo Cavour e gli altri che raffigurano alcuni membri di Casa Savoia sono stati rovinati dall’azione vandalica che li ha  ridotti in numerosi frantumi non recuperabili nella loro totalità.

Le restanti opere, non frantumate, versano in pessimo stato di conservazione, presentando un degrado superficiale e una patina nero-bluastra nelle parti aggettanti. Esse sono inoltre in passato oggetto di interventi di restauro realizzati con materiali inestetici e inidonei. Si rende pertanto necessario un restauro radicale, comprendente azioni di disinfestazione e disinfezione della parti lignee delle strutture, pulitura, consolidamento, stuccatura, integrazione plastica delle opere, oltre ad un’adeguata presentazione estetica.

Informazioni sulla fruizione e orari di apertura

Attualmente le opere non risultano fruibili dal pubblico.

DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI CON RACCOLTA APERTA


RACCOLTA FONDI

Raccolta aperta

Raccolta aperta

FASE ATTUATIVA

Raccolta fondi

IMPORTO 12.200,00 €

DESCRIZIONE INTERVENTO

La Città di Chieri possiede una serie di busti in gesso, oggetto di un’azione vandalica verificatasi nel 2014, raffiguranti Camillo Benso, conte di Cavour, Giovanni Giolitti, Vittorio Emanuele III e altri membri di Casa Savoia, ai quali si affianca un busto marmoreo effigiante Guglielmo Marconi. Le opere sono state donate al Comune di Chieri verosimilmente nel terzo quarto del XX secolo e la memoria locale collega la donazione alla figura dello scultore Adriano Alloatti (Torino 1909 - 1975), un artista formatosi presso l'Accademia Albertina e che ebbe lo studio a Torino. I busti in gesso sono quindi bozzetti preparatori per la creazione di opere in marmo, forse in parte ereditati da Adriano dal padre Giovanni Battista Alloatti, egli pure scultore. Sappiamo che, presso la bottega paterna, Adriano ebbe modo di conoscere il principe Umberto di Savoia, il quale gli commissionò un ritratto. Adriano Alloatti ebbe anche modo di entrare in contatto con Guglielmo Marconi, per il quale scolpì un busto in marmo che non è tuttavia quello conservato a Chieri. Quest’ultimo è stato infatti realizzato da Carlo Fait (Rovereto, 8 gennaio 1877 - 11 marzo 1968), uno scultore attivo soprattutto a Torino e per lungo tempo apprendista e collaboratore di Pietro Canonica. Il Fait nel 1930 inaugurò a Chieri il monumento al conte Cesare Rossi di Montelera, alla presenza del principe Umberto di Savoia: è quindi del tutto plausibile che una sua opera abbia trovato posto presso l'atelier di Alloatti e sia quindi pervenuta alla Città di Chieri unitamente ai bozzetti in gesso.